A Todi, un intervento della Guardia di Finanza ha portato al sequestro di 23.758 fuochi d’artificio e oggetti pirotecnici, conservati in condizioni del tutto inadeguate. L’operazione ha svelato l’ennesimo capitolo di una storia che si ripete ogni anno con l’avvicinarsi delle feste. Un negozio gestito da cittadini di origine cinese nascondeva un vero arsenale: 23.758 fuochi d’artificio conservati in un magazzino privo di ogni regola. I militari, coordinati dalla Procura della Repubblica di Spoleto, non hanno avuto dubbi nel descrivere la situazione: “totale assenza delle misure di sicurezza previste dalla legge”. Tra i prodotti sequestrati, anche articoli delle categorie F1, F2 e T1, con un contenuto esplosivo netto di oltre 32 chili, una quantità che basta e avanza per scatenare una tragedia.

Fuochi d’artificio, i dettagli della merce sequestrata

I fuochi d’artificio confiscati appartenevano a diverse categorie di prodotti esplosivi: F1 (candele e articoli a bassa intensità), F2 (petardi, trottole e batterie di fontane) e T1 (fumogeni). Accatastati senza alcuna organizzazione, erano mescolati a “merce di natura infiammabile come quadernoni di carta, oggetti in plastica e materiale da imballaggio”, creando una situazione estremamente pericolosa.

Il controllo ha rivelato altre gravi irregolarità. I locali erano sprovvisti di porte ignifughe, essenziali per garantire la compartimentazione degli spazi. Le norme di sicurezza richiedono che queste strutture siano soggette a manutenzione regolare, ma nulla di tutto questo era stato rispettato. La vicinanza con materiali infiammabili aumentava ulteriormente il rischio di incidenti.

La denuncia e la mancanza di documenti obbligatori

La titolare dell’attività commerciale è stata denunciata. La guardia di finanza ha reso noto che la donna “non è stata in grado nemmeno di esibire i registri di carico e il certificato di prevenzione incendi”, documenti fondamentali per il commercio di articoli esplosivi. Una mancanza che lascia pochi dubbi sulla gestione del magazzino e sulla trasparenza dell’attività.

Tutti i prodotti sequestrati sono stati trasferiti in un deposito autorizzato e messi “in giudiziale custodia”. Un passaggio necessario per evitare che questo materiale, potenzialmente pericoloso, rimanesse accessibile e fuori controllo.

Un problema diffuso in tutta Italia

Quello di Todi non è un caso isolato, ma l’ennesimo tassello di un fenomeno che riguarda tutto il Paese. Dicembre 2024 si è rivelato un mese particolarmente intenso per le forze dell’ordine italiane, impegnate in una lotta senza sosta contro il commercio illegale di fuochi d’artificio. Solo nel corso delle ultime settimane, sequestri analoghi sono stati effettuati in diverse regioni, portando alla luce la gravità di un fenomeno spesso sottovalutato.

A Monza, la Guardia di Finanza ha bloccato un maxi-emporio clandestino che custodiva oltre 4 tonnellate di articoli esplosivi, un bottino che avrebbe fruttato sul mercato nero circa 200.000 euro. La provenienza dei materiali? Sempre la stessa: Cina. Nella stessa settimana, a Cosenza, è stato scoperto un deposito illegale contenente quasi 2 milioni di fuochi d’artificio per un peso complessivo di 15 tonnellate di materiale esplosivo. Un quantitativo così elevato da rendere quell’operazione una delle più grandi degli ultimi anni.

A Bologna, l’intervento della Guardia di Finanza in un esercizio commerciale ha portato alla confisca di 100.000 articoli, tra cui fuochi d’artificio e batterie di fontane, per un peso complessivo di circa 400 chilogrammi. Situazioni simili si sono verificate anche a Cagliari, dove sono state sequestrate oltre 1,7 tonnellate di fuochi pirotecnici e 180 chilogrammi di polvere pirica, e a Trento, dove un negozio nel cuore della città custodiva illegalmente 800 chilogrammi di esplosivi.

Neppure i piccoli centri sono stati risparmiati da questa piaga. A Castel Maggiore, in provincia di Bologna, e a Civitavecchia, vicino Roma, le forze dell’ordine hanno scoperto depositi simili. In particolare, a Civitavecchia, i Carabinieri hanno rinvenuto 12 scatole di fuochi d’artificio per un peso complessivo di 120 chilogrammi, di cui 18 chili di contenuto esplosivo netto. Questi articoli, detenuti in una semplice abitazione privata, erano destinati alla vendita abusiva e avrebbero potuto causare un disastro in caso di manipolazione errata.