Dopo il trionfo alle elezioni regionali, il PD umbro si è riscoperto più forte di sempre. Con oltre il 30 per centro di preferenze (30,23%) i dem si sono confermati primo partito regionale e ora puntano ad esportare quel “modello Umbria” nel resto d’Italia dove guardano a un “nuovo rinascimento” democratico.

Ieri, nel momento in cui in Regione è stato ufficialmente nominato il nuovo Consiglio e si va ora verso la definizione della Giunta, il partito si è riunito nel luogo simbolo della rinascita. Il 110 Caffè di Perugia, dove è nato il Patto Avanti, la coalizione delle forze di centrosinistra che ha portato prima alla vittoria nel capoluogo con Vittoria Ferdinandi e poi nel resto della regione con Stefania Proietti. Erano presenti i vertici del PD. A partire dal segretario regionale Tommaso Bori che per l’occasione è stato raggiunto anche da Marta Bonafoni, coordinatrice della segreteria nazionale.

Il PD regionale vuole esportare il “modello Umbria”

L’Umbria per i democratici è stato un esperimento ben congegnato e ben riuscito. La vittoria alle regionali non era assolutamente scontata. Fino all’ultimo il testa a testa fra Proietti, candidata del centrosinistra, e Tesei, governatrice uscente ricandidata dal centrodestra, ha tenuto tutti col fiato sospeso. Soltanto a un terzo dello scrutinio è apparso evidente che l’Umbria sarebbe tornata in mano al centrosinistra.

Un trionfo figlio in buona parte anche della amministrative che a Perugia hanno segnato una svolta epocale con la vittoria, al ballottaggio, di Vittoria Ferdinandi. L’attuale sindaca del capoluogo, persona notoriamente distante dai partiti, ha saputo tenere unita una vasta coalizione con tutte le forze alternative alla destra: tante identità e tante persone. E il bis con Proietti alle regionali è stato talmente incoraggiante da costituire un modello per tutto il Paese.

Quel nuovo “rinascimento italiano” a cui il PD mira partendo dall’Umbria ieri, all’assemblea regionale del partito, è stato al centro dell’attenzione. “Qui per noi c’è il cuore di un progetto di rinascimento italiano e siamo qua per dire che dall’Umbria può partire un laboratorio straordinario fatto di sanità pubblica, lavoro, impresa, conversione ecologica e attenzione ai giovani che in troppi in questi anni sono scappati dall’Umbria” ha detto Bonafoni.

Il respiro del progetto è nazionale, su questo non ci sono dubbi e i giovani ne saranno i protagonisti. “Insieme alla presidente della Regione Stefania Proietti e al Pd umbro vogliamo farli tornare per partecipare ad un progetto per tutto il Paese” ha dichiarato Bonafoni.

Per il PD, la vittoria alle elezioni è il risultato di una precisa strategia

Sia Bori che Bonafoni hanno sottolineato come la vittoria alle amministrative a giugno e alle regionali a novembre, sia stata il risultato tangibile di un progetto condiviso anche a livello nazionale. “Queste vittorie non sono frutto del caso – ha dichiarato Bori -, ma il risultato di un lavoro quotidiano e di scelte chiare. Abbiamo saputo costruire una coalizione ampia, capace di fare della sanità pubblica, del lavoro e del contrasto all’emigrazione giovanile le vere priorità, sintonizzandoci con i bisogni delle persone“.

Bonafoni ha ribadito la sinergia tra la segreteria nazionale e quella regionale, un’unità che fa ben sperare in nuove sfide. “È la seconda volta in pochi mesi che siamo in Umbria a celebrare un successo straordinario e importante – ha detto ancora la coordinatrice della segreteria nazionale – con i numeri del Partito democratico che sono sopra il 30%, grazie agli otto punti in più rispetto all’ultima volta, con una squadra di consiglieri eletti straordinaria, ma soprattutto con una comunità che nel rinnovamento ha portato l’Umbria e Stefania Proietti, insieme ad una coalizione compatta e unita, a marciare con una sola voce verso quella nuova sfida che ora ci aspetta“.

Siamo passati da un partito che perdeva tutti i Comuni e la Regione – ha concluso Bori -, che aveva una rappresentanza esigua nelle istituzioni e che su cinque collegi parlamentari li ha persi tutti, ad essere il primo partito della regione e sopra quelli che governano il Paese, ma anche il gruppo con la più alta rappresentanza in consiglio regionale e per la prima volta anche paritaria tra uomini e donne e con un notevole rinnovamento generazionale e di rappresentanza visto che su nove eletti, sette sono nuovi ingressi”. Ora il PD guarda con speranza ai nuovi inizi.