La “Madonna del Melograno”, uno dei simboli artistici e spirituali più preziosi di Gubbio, è finalmente tornata a casa dopo 45 anni di assenza: il recupero, annunciato con grande emozione, rappresenta non solo un momento di festa per la comunità eugubina, ma anche un’importante vittoria per il Nucleo Tutela Patrimonio Culturale (TPC) dei Carabinieri. Il tenente colonnello Giuseppe Marseglia, comandante del Gruppo TPC del Centro Nord, ha raccontato i dettagli di questa straordinaria operazione, evidenziando l’importanza della tutela del patrimonio culturale e le complesse dinamiche che hanno portato al ritrovamento dell’opera.
L’ufficiale superiore ha aperto il suo intervento sottolineando la missione fondamentale del reparto TPC: la tutela del patrimonio culturale italiano. “Noi siamo un reparto speciale dell’Arma dei Carabinieri dedicato alla tutela del patrimonio culturale”, ha dichiarato. “Il segreto della nostra attività è uno solo: la conservazione della memoria.”
Questo obiettivo è reso possibile grazie a strumenti eccezionali, tra cui una banca dati senza pari nel suo genere. “Abbiamo sviluppato una banca dati che conserva circa un milione e settecentomila file dedicati ad opere d’arte illecitamente sottratte”, ha spiegato Marseglia. Sebbene il numero sembri impressionante, è solo una frazione del patrimonio culturale che l’Italia possiede, testimoniando sia la ricchezza sia la vulnerabilità di questi beni.
Eventi “vagamente miracolosi” hanno contribuito al recupero dell’opera d’arte
Il recupero della “Madonna del Melograno” è avvenuto grazie a una serie di eventi fortuiti che Marseglia ha definito “vagamente miracolosi.” L’opera è stata scoperta per caso nel 2019 da un operaio di origine tunisina che lavorava nello svuotamento di un seminterrato in un edificio abbandonato a Imola. “Tra le varie cose trovate, l’operaio ha rinvenuto un sacco dell’immondizia nero, al cui interno si trovava quest’opera”, ha raccontato Marseglia.
Essendo di fede islamica, l’operaio ha riconosciuto l’effigie della Madonna e, per rispetto verso la figura di Maria, ha deciso di non gettarla, portandola invece a casa. Un gesto semplice, ma intriso di significato, che ha evitato la perdita definitiva del capolavoro.
La svolta decisiva è arrivata nel 2024, quando l’operaio ha deciso di donare l’opera al suo datore di lavoro, un imprenditore di Imola, dopo aver notato che questi collezionava immagini della Madonna. L’imprenditore, incuriosito dalla bellezza e dalla qualità del dipinto, ha effettuato una rapida ricerca online. È qui che il meticoloso lavoro di documentazione svolto negli anni dal TPC ha fatto la differenza.
“Nel corso dei precedenti decenni, i Carabinieri del TPC hanno popolato il web con immagini e informazioni sulle opere d’arte da recuperare”, ha spiegato Marseglia. “L’imprenditore ha immediatamente riconosciuto l’opera e ha contattato il nostro reparto”. Gli accertamenti successivi hanno confermato l’identità del dipinto, portando al suo recupero e alla restituzione alla comunità di Gubbio.
Un altro aspetto sorprendente di questa storia è lo stato di conservazione della “Madonna del Melograno.” Nonostante le circostanze avverse, l’opera si è mantenuta in condizioni straordinariamente buone. “Abbiamo confrontato le immagini risalenti al 1930 e agli anni ’70, e l’opera è rimasta pressoché intatta“, ha affermato Marseglia, definendo il ritrovamento “un miracolo nel miracolo”.
Il recupero della Madonna del Melograno è particolarmente importante per il Nucleo Tutela Patrimonio Culturale
Questo risultato eccezionale è particolarmente significativo in un paese come l’Italia, dove il patrimonio culturale è costantemente esposto a rischi di furto, degrado e perdita.
Il recupero della “Madonna del Melograno” non è solo una vittoria per le forze dell’ordine, ma anche un evento di grande importanza per la comunità eugubina. “L’opera sarà restituita alla collettività per consentirne la piena fruizione“, ha dichiarato Marseglia. La “Madonna del Melograno” non è solo un capolavoro artistico, ma un simbolo spirituale e identitario per Gubbio, una città profondamente legata alla sua storia e alle sue tradizioni.
Marseglia ha voluto rendere omaggio al lavoro di squadra che ha reso possibile questo successo. “Il recupero di quest’opera è il risultato del lavoro congiunto di molte persone“, ha detto. Ha anche sottolineato l’importanza del rispetto e della collaborazione tra culture, evidenziando il ruolo fondamentale svolto dall’operaio tunisino che ha salvato l’opera dal destino di finire tra i rifiuti.
Il ritorno della “Madonna del Melograno” rappresenta un messaggio di speranza e un invito a riflettere sull’importanza della tutela del patrimonio culturale. È un promemoria del valore inestimabile di questi tesori, non solo per la loro bellezza intrinseca, ma anche per ciò che rappresentano: la memoria, l’identità e l’unità di una comunità.