La riqualificazione di Piazza 40 Martiri e dei giardini pubblici ha sollevato un’ondata di polemiche a Gubbio. I lavori in corso, presentati inizialmente come interventi per migliorare la vivibilità e il decoro dell’area, hanno invece portato con sé una lunga scia di critiche, soprattutto da parte di associazioni e cittadini preoccupati per la conservazione della storia e dell’identità del luogo.

La sezione locale di Salviamo il Paesaggio ha espresso, in una nota durissima, la propria opposizione agli interventi. La descrizione che emerge dalla nota è quella di un paesaggio devastato: “Scavate trincee, sradicati cordoli in pietra, tagliate radici secolari, eretti recinti metallici intorno agli alberi. Cumuli di macerie ovunque nei giardini ottocenteschi di Gubbio. Un campo di battaglia. Una guerra che ha come nemico la nostra stessa storia”.

Le immagini dipinte dalle parole degli attivisti evocano non solo una distruzione materiale ma anche un profondo senso di perdita collettiva. I giardini di Piazza 40 Martiri, infatti, non sono solo un luogo fisico ma un punto di riferimento per la memoria e le emozioni di intere generazioni di eugubini.

I giardini di Piazza 40 Martiri rappresentano molto più di un semplice spazio verde. Sono un simbolo della vita quotidiana, delle tradizioni e delle esperienze condivise da tutti coloro che hanno vissuto e amato Gubbio. La nota di Salviamo il Paesaggio evidenzia il profondo legame emotivo che gli eugubini hanno con questo luogo:

I giardini pubblici di Gubbio sono un vero e proprio archivio della memoria

“Da bambini ci arrampicavamo sui bordi della fontana, tenuti da braccia apprensive. La ghiaia bianca frenava le nostre impacciate corse. Crescendo, abbiamo giocato a filetto sulle panchine di pietra spugna e ci siamo confessati amori e delusioni all’ombra degli alti alberi”.

Ogni vialetto, ogni panchina racconta una storia. La montagnola, i prati, i cespugli di bacche bianche: tutto questo non è solo paesaggio, ma un mosaico di ricordi personali e collettivi. Per molti eugubini, vedere questi spazi trasformati o distrutti significa perdere una parte di sé.

I lavori in corso hanno comportato la rimozione di elementi storici e naturali che, secondo i critici, erano parte integrante dell’identità della piazza e dei giardini pubblici. Tra gli interventi più controversi si segnalano:

  • La rimozione dei cordoli in pietra, che avevano un valore storico e architettonico.
  • Il taglio delle radici degli alberi secolari, con conseguenze potenzialmente dannose per la stabilità e la sopravvivenza delle piante.
  • L’installazione di recinti metallici intorno agli alberi, che altera la percezione estetica dell’area e limita l’accesso.
  • La presenza di cumuli di macerie, che hanno trasformato i giardini in un cantiere permanente.

Secondo gli attivisti la ristrutturazione non rispetta contesto storico né sostenibilità

Secondo gli attivisti, questi interventi non rispettano né il contesto storico né le esigenze di sostenibilità ambientale. Gli alberi, in particolare, sono considerati presidi fondamentali contro il riscaldamento climatico e simboli della bellezza naturale del luogo.

Nonostante le critiche crescenti, la Giunta guidata dal sindaco Vittorio Fiorucci non ha ancora preso una posizione ufficiale.

Dall’altra parte, il progetto di riqualificazione trova difensori tra i sostenitori del centrosinistra, tra cui il coordinatore dei LeD, Valerio Piergentili, ex assessore ai Lavori pubblici nella precedente amministrazione Stirati, e i Socialisti, storicamente alleati della coalizione di sinistra. Piergentili ha più volte ribadito che i lavori sono necessari per adeguare Piazza 40 Martiri agli standard moderni e per valorizzarne il potenziale turistico.

Uno degli aspetti centrali del dibattito riguarda il conflitto tra la modernizzazione e la conservazione della memoria storica. I giardini ottocenteschi di Piazza 40 Martiri non sono solo un patrimonio architettonico e paesaggistico, ma anche un luogo di memoria collettiva.

Ogni elemento dei giardini rappresenta un pezzo della Storia di Gubbio

Salviamo il Paesaggio sottolinea come ogni elemento dei giardini pubblici – dalle panchine di pietra ai vialetti di ghiaia – rappresenti un pezzo della storia di Gubbio e delle vite dei suoi abitanti. La domanda che emerge è se sia possibile trovare un equilibrio tra il desiderio di migliorare la funzionalità e l’estetica della piazza e la necessità di preservarne l’identità storica.

Un altro tema fondamentale è l’impatto ambientale degli interventi. Gli alberi secolari dei giardini non sono solo elementi decorativi, ma svolgono un ruolo fondamentale nella mitigazione del riscaldamento climatico.

Le radici tagliate, i recinti metallici e le modifiche al paesaggio naturale rappresentano un rischio per la salute degli alberi e per l’ecosistema urbano. Gli attivisti chiedono interventi più rispettosi dell’ambiente e una maggiore attenzione alle implicazioni ecologiche delle scelte progettuali.

La vicenda di Piazza 40 Martiri solleva questioni più ampie sulla responsabilità politica e sulla partecipazione dei cittadini alle decisioni che riguardano il loro territorio. La mancanza di un confronto aperto e trasparente ha alimentato il senso di frustrazione tra gli abitanti di Gubbio, che si sentono esclusi da un processo decisionale che avrà un impatto significativo sulla loro città.

Forza Italia ha criticato la gestione del progetto, accusando le amministrazioni passate di non aver ascoltato le preoccupazioni dei cittadini e di non aver valorizzato adeguatamente il patrimonio storico e naturale della piazza.

L’appello di Salviamo il Paesaggio si conclude con un messaggio emotivo e universale: “Non distruggete la nostra storia, salvate i nostri giardini”. Questo grido di allarme non riguarda solo Piazza 40 Martiri, ma rappresenta un invito a riflettere sul valore della memoria, della bellezza e dell’identità collettiva.