Dal 7 al 10 dicembre 2024 la città di San Diego negli Stati Uniti ha ospitato il 66° Congresso della Società Americana di Ematologia (ASH). Un evento di portata internazionale in cui innovazione e ricerca si incontrano per ridefinire il futuro delle cure. Tra i protagonisti di questa edizione anche il professor Antonio Pierini, associato presso l’Ematologia con Trapianto di Midollo Osseo dell’Università e dell’Azienda Ospedaliera di Perugia. Pierini ha tenuto una conferenza educazionale sul tema cruciale della “Prevenzione della recidiva leucemica dopo il trapianto di midollo”.

Durante questa conferenza – e in due ulteriori interventi nello stesso congresso – il professor Pierini ha illustrato alla comunità scientifica internazionale i progressi più significativi della piattaforma trapiantologica utilizzata presso il Centro Trapianti dell’Ematologia di Perugia, insieme ai risultati straordinari conseguiti.

Ben il 75% dei pazienti affetti da Leucemia Acuta Mieloide ad alto rischio e trapiantati da donatori familiari parzialmente compatibili sono guariti”, ha dichiarato Pierini durante il suo intervento. “Una percentuale di guarigione nettamente superiore a quella (circa il 50 %) raggiunta usualmente nei Centri Europei e Nord Americani“. Il segreto di questi risultati risiede in una piattaforma trapiantologica avanzata, sviluppata presso il Centro Trapianti dell’Ematologia di Perugia. Tale piattaforma utilizza un’innovativa composizione del materiale trapiantato: cellule staminali purificate, cellule T-regolatorie e linfociti T-convenzionali. “Questa è una vera terapia cellulare di precisione”, ha aggiunto Pierini, “in grado di esercitare una potentissima azione antileucemica e di prevenire le recidive di malattia”.

Struttura di Ematologia a Perugia: la tecnologia che scolpisce la cura

Un altro elemento chiave del successo è rappresentato dalla radioterapia elicoidale, utilizzata dalla Radioterapia Oncologica di Perugia sotto la guida della professoressa Cynthia Aristei. Questa tecnologia, ha spiegato Pierini, “consente letteralmente di scolpire sul singolo paziente il campo di azione irradiando potentemente tutte le ossa e quindi il midollo osseo ove è presente la malattia. Mantenendo invece ridotta la dose di irradiazione, e quindi il danno, a tutti gli altri organi e tessuti sani. Ne trae beneficio la tossicità dell’intera procedura trapiantologia, il che consente di estendere il trapianto salva-vita anche a pazienti di 60-70 anni”.

La collaborazione tra la struttura di Ematologia e la Radioterapia Oncologica di Perugia è un esempio tangibile di come la medicina traslazionale possa trasferire i risultati della ricerca direttamente al letto del paziente. Secondo questi risultati, infatti, è evidente come il trapianto “si possa sempre più estendere con successo anche a pazienti più fragili e anziani”. A sottolinearlo alla platea del Congresso a San Diego è la direttrice della struttura, la professoressa Maria Paola Martelli.

Giovani ricercatori e nuove prospettive

L’impegno di Perugia nel campo dell’ematologia è stato ulteriormente sottolineato dalla partecipazione di giovani medici della Scuola di Specializzazione. Il dottor Francesco Zorutti ha presentato i risultati promettenti di nuovi protocolli di radioterapia pre-trapianto, mentre il dottor Gaetano Cimino ha evidenziato l’importanza della caratterizzazione genetica nella strategia di trattamento delle leucemie acute ad alto rischio.

Perugia, quello di Ematologia un centro di eccellenza riconosciuto a livello internazionale

I risultati descritti dal professor Pierini testimoniano come la struttura di Ematologia a Perugia “continui ad essere un Centro di trapianto di grande rilevanza internazionale. E un Polo di attrazione per tanti pazienti provenienti da altre regioni italiane e dall’estero”, ha aggiunto ancora la professoressa Maria Paola Martelli. “Da noi, il centro trapianti è integrato con il reparto, e questo rappresenta un grande vantaggio per il paziente che – dalla diagnosi alla cura – è seguito per tutto l’iter presso lo stesso centro in percorsi “di precisione” condivisi e coordinati”, ha poi concluso.

L’attività del Centro Trapianti di Perugia, coordinata oggi dalla dottoressa Alessandra Carotti, vanta una lunga tradizione. Nel 1985 fu effettuato il primo trapianto da donatore familiare compatibile e negli anni ‘90 si dimostrò la fattibilità del trapianto da donatore familiare parzialmente compatibile. Una svolta che ha rivoluzionato la trapiantologia globale. Da allora, il centro è diventato un punto di riferimento per pazienti italiani e stranieri.

Il 66° Congresso ASH ha confermato ancora una volta la centralità di questo centro nel panorama internazionale, rafforzando il ruolo di Perugia come punto di eccellenza nel settore.