Mentre il congresso dell’Associazione Nazionale Magistrati (Anm) si svolge a Palermo, il procuratore Raffaele Cantone, assente per impegni lavorativi, condivide le sue riflessioni sui temi caldi del momento, come le riforme anticorruzione, segnalando le sue preoccupazioni riguardo le recenti direzioni prese dalle riforme giudiziarie in Italia.

Raffaele Cantone, procuratore di Perugia ed ex presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione (Anac), ha espresso preoccupazioni significative riguardo alle proposte di eliminare l’uso delle microspie nelle indagini sulla corruzione, nonché all’abrogazione dell’abuso d’ufficio e al ridimensionamento del traffico di influenze.

Raffaele Cantone e le Riforme Anticorruzione

In un’intervista rilasciata a Repubblica, Cantone è tornato a parlare dei temi dell’autonomia e indipendenza della magistratura, argomenti centrali dell’evento. La sua preoccupazione principale riguarda le dichiarazioni del Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, in particolare sulla proposta di separazione delle carriere tra magistrati inquirenti e giudicanti, che Cantone ritiene né opportuna né necessaria.

È fondamentale mantenere un equilibrio che garantisca l’imparzialità dei magistrati“, sostiene Cantone, che teme le ripercussioni di una separazione delle carriere. Secondo lui, ciò potrebbe compromettere la capacità del pubblico ministero di agire in maniera equa, trasformandolo più in un avvocato dell’accusa che in un arbitro della giustizia. La sua visione è supportata dall’attuale codice di procedura penale, che impone al Pm di cercare prove a favore dell’imputato, un principio che potrebbe essere indebolito dalla riforma proposta.

L’ex presidente dell’Anac ha sottolineato l’importanza di una legislazione robusta sul conflitto d’interessi, citando il supporto di Luigi Busia, attuale presidente dell’Anac, per una tale legge come essenziale nella lotta alla corruzione. Cantone ha messo in guardia sulle conseguenze dell’opacità nei rapporti tra politica e settori economici, evidenziando che senza una trasparenza adeguata, la corruzione continuerà a dominare.

Il procuratore commenta anche l’inchiesta in corso in Liguria, che ha sollevato nuove questioni sul ruolo e i poteri del Pm. “I colleghi non sono in pericolo,” ribadisce, spiegando che le azioni dei magistrati sono state supportate dai giudici, sia in fase di autorizzazione delle misure cautelari sia nel controllo successivo da parte del giudice del riesame.

La responsabilità civile dei giudici, Cantone: “Toghe intimidite”

La discussione si sposta poi sul tema della responsabilità civile e pecuniaria delle toghe, recentemente sollevata da Matteo Salvini. Cantone difende l’attuale normativa, ritenuta adeguata dalla Corte Costituzionale, e sottolinea che non deve essere vista come uno strumento di intimidazione, ma piuttosto come una garanzia per i cittadini, essenziale in un sistema giudiziario sano e indipendente.

Guardando al panorama più ampio, Cantone esprime preoccupazione per il modo in cui la politica potrebbe voler limitare l’ambito di azione dei magistrati, confinandoli ai soli casi di grande allarme sociale come mafia e terrorismo, ma escludendo la corruzione. “La corruzione è un reato di grave allarme sociale,” ribadisce, facendo riferimento alle convenzioni internazionali, come quella dell’ONU, che la definiscono tale. La recente inchiesta di Genova, secondo lui, dimostra che la corruzione è tutt’altro che un problema superato in Italia.

Infine, Cantone critica le recenti mosse politiche volte a indebolire gli strumenti investigativi contro la corruzione, come l’eventuale eliminazione della microspia Trojan, il ridimensionamento dell’abuso d’ufficio e del traffico di influenze. Tali azioni, se attuate, potrebbero rendere “impossibili” le indagini sulla corruzione, realizzando di fatto l’auspicio di chi vorrebbe eliminare tali reati dal codice penale.

Il procuratore di Perugia evidenzia poi come, nonostante una maggioranza parlamentare possa supportare queste riforme, ciò non impedisce di criticarle se non considerate condivisibili, sottolineando come tali scelte possano avere impatti diretti anche sulle indagini di criminalità organizzata. In un momento storico così delicato, Cantone invoca una maggiore trasparenza e una legge seria sul conflitto di interessi, necessari per combattere efficacemente la corruzione e garantire l’integrità del sistema giudiziario italiano.