Angelico Fabbri, nato a Gubbio il 22 agosto 1822, è una figura centrale nella storia risorgimentale italiana e nella vita sociale e culturale della sua città natale. Figlio di Raffaele, un farmacista, e di Francesca Leonardi, Angelico si distinse sin da giovane per il suo spirito ribelle e il fervente impegno politico. La sua vita fu caratterizzata da un’intensa partecipazione agli eventi che portarono all’unificazione italiana e da un instancabile contributo allo sviluppo culturale e sociale di Gubbio.

Dopo aver studiato presso i Canonici Regolari Lateranensi nel collegio di S. Secondo, Angelico si iscrisse alla Facoltà di Farmacia all’Università di Bologna, dove conseguì la laurea nonostante il suo scarso interesse per la disciplina. Fu proprio durante gli anni bolognesi che Angelico si avvicinò agli ambienti rivoluzionari, entrando a soli 18 anni nella Massoneria e successivamente nella Carboneria e nella Giovine Italia, l’organizzazione fondata da Giuseppe Mazzini.

Queste esperienze lo segnarono profondamente, forgiandolo come uno dei protagonisti del Risorgimento italiano. L’incontro con figure come Felice Orsini, noto per l’attentato a Napoleone III, lo inserì in un circuito politico e culturale che influenzò tutta la sua vita.

Angelico Fabbri partecipò attivamente alla vicende risorgimentali

Angelico Fabbri partecipò attivamente agli eventi risorgimentali. Nel 1848 prese parte alla Prima Guerra d’Indipendenza e nel 1849 difese la Repubblica Romana. Fu in questa occasione che conquistò la fiducia e l’amicizia di Giuseppe Garibaldi, un legame che si sarebbe rafforzato negli anni successivi.

Tornato a Gubbio, fondò l’associazione segreta “Italia e Popolo” per sostenere la lotta contro lo Stato Pontificio e favorire l’unità d’Italia. Tuttavia, negli anni Cinquanta, abbandonò l’idea repubblicana per aderire al Programma Piemontese, che mirava a unificare l’Italia sotto la monarchia sabauda.

Nel 1859, allo scoppio della Seconda Guerra d’Indipendenza, Fabbri si occupò dell’arruolamento dei volontari e partecipò alla Spedizione dei Mille con il grado di capitano di fanteria. Fu un momento cruciale per la storia italiana, che portò alla caduta del Regno delle Due Sicilie e all’unificazione del paese. Dopo il successo della campagna, Fabbri tornò a Gubbio nel 1861, trovando una città ormai sotto il controllo del Regno d’Italia.

Angelico Fabbri non si limitò alla lotta armata. Fu anche un protagonista della vita politica e sociale di Gubbio. Nel 1865, insieme a settanta concittadini, fondò la Società Operaia di Mutuo Soccorso, di cui fu il primo presidente. L’associazione si dedicava a sostenere i lavoratori in difficoltà, incarnando i valori di solidarietà e progresso che Fabbri aveva sempre difeso.

Nel 1866 fu eletto per la prima volta deputato al Parlamento Nazionale

Nel gennaio 1866 fu eletto deputato al Parlamento Nazionale, ma poco dopo si unì alla Terza Guerra d’Indipendenza, distinguendosi nella battaglia di Lissa. Per il suo coraggio, fu decorato con la medaglia d’argento al valor militare. Questa campagna portò all’annessione del Veneto al Regno d’Italia, segnando un ulteriore passo verso il completamento dell’unità nazionale.

Nel 1867, Angelico tornò a Gubbio e si impegnò attivamente nella lotta contro il brigantaggio nel sud Italia. Questo fenomeno, radicato nelle difficili condizioni sociali ed economiche del Mezzogiorno, rappresentava una delle principali sfide per il neonato Regno d’Italia. Fabbri, con il suo spirito combattivo, si unì a questa battaglia, contribuendo a ristabilire l’ordine in regioni segnate da violenza e illegalità.

Nel 1876, Angelico Fabbri fu eletto sindaco di Gubbio, una carica che ricoprì fino al 1882. Durante il suo mandato, si impegnò per migliorare l’istruzione pubblica, combattendo l’analfabetismo, e per potenziare le infrastrutture locali. Comprese l’importanza dei collegamenti stradali e ferroviari per lo sviluppo economico e culturale della città. La sua visione lungimirante si tradusse in progetti concreti, come la ferrovia Arezzo-Gubbio-Fossato, per la quale si batté anche durante il suo secondo mandato come deputato al Parlamento.

Tra i suoi interessi la passione per la ceramica e gli studi sul segreto del lustro di Mastro Giorgio

Tra i numerosi interessi di Angelico Fabbri spiccava la passione per la ceramica, un’arte che rappresentava una delle eccellenze di Gubbio. Insieme a Luigi Carocci, condusse studi approfonditi per riportare in vita i lustri di Mastro Giorgio, il celebre maestro della maiolica eugubino. Grazie ai suoi sforzi, l’artigianato ceramico di Gubbio tornò a brillare, contribuendo a rilanciare la tradizione artistica locale.

Nel 1882, Angelico Fabbri lasciò la carica di sindaco per candidarsi nuovamente al Parlamento. Fu eletto con un consenso schiacciante, ottenendo il 91% dei voti a Gubbio. Tuttavia, nelle elezioni del 1886 non fu rieletto, probabilmente a causa del suo stato di salute ormai compromesso. Morì il 7 luglio 1886, a soli 64 anni.

La città di Gubbio gli rese omaggio con solenni funerali, allestendo la camera ardente nella Sala Maggiore del Palazzo dei Consoli. Angelico Fabbri lasciò un’eredità indelebile, non solo come protagonista del Risorgimento, ma anche come promotore del progresso sociale e culturale della sua città.